Il Capitale Umano è il più importante capitale da tutelare.
Svolgo questa meravigliosa professione da oltre 30 anni e sapete in tutto questo tempo quale è stata la domanda più ricorrente che mi è stata posta?
“Quanto mi rende?”.
Siamo un popolo cresciuto all’ombra dei titoli di stato, non per niente siamo identificati con il soprannome di “Bot People”.
Anni di rendimenti elevati, seppur in presenza di un’importante inflazione, hanno schiacciato verso il basso il grado di cultura e di educazione finanziaria di tutti gli italiani, collocandoci agli ultimi posti tra i paesi più industrializzati.
Ancora oggi, seppur sporadicamente, capita che qualcuno mi dica: “Una volta sì che i Bot rendevano bene, anche più del 10%”.
Chi si sentiva depositario della cosiddetta “dritta” e la sbandierava nella piazza del paese, o che era “amico del direttore di banca”, era visto con ammirazione.
Poi c’era la domanda che ho sempre posto io al cliente, e cioè:
“Caro Sig. Rossi, per quale motivo mette da parte dei risparmi?”.
Per oltre il 90% dei casi la risposta è stata sempre questa: “Non si sa mai. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo.“
Questa condizione ci porta a pagare un gap educativo molto elevato e purtroppo non c’è più tempo da perdere. La professione che svolgo mi mi permette, quotidianamente, di prendermi cura con attenzione del patrimonio delle persone, e da tempo mi dedico a generare consapevolezza e a dare informazioni di valore.
Questo lo faccio perché il capitale più importante da proteggere in assoluto è quello umano.
Questo capitale:
- alimenta il benessere di ogni famiglia;
- copre il costo del percorso universitario dei propri figli;
- regala momenti unici di vacanza ai propri cari;
- è il principale artefice che alimenta i risparmi e i sacrifici quotidiani.
Voglio raccontarti una storia
Per questa carenza di educazione finanziaria e patrimoniale, ho deciso di raccontare delle storie a me accadute con alcuni clienti.
Questa è la storia di Domenico.
La sua storia è molto simile a quella di tanti altri e molto probabilmente anche ad alcune persone a noi vicine.
Domenico, 40 anni, faceva l’artigiano, ma a causa di un grave incidente sul lavoro non ha più potuto svolgere la professione che da tanti anni accompagnava le sue giornate.
Domenico e sua moglie, oltre a tanti sogni, avevano un discreto conto in banca, ma un po’ per le cure necessarie di cui ha avuto bisogno nel tempo e un po’ per integrare quel reddito precedente che non c’è più, quel conto si è quasi esaurito.
Questo è il momento dello STOP!
Quello che poteva fare Domenico prima di quel fatidico momento, lo può e lo deve fare chiunque ogni giorno con puntualità, ricordando che la consulenza patrimoniale è sempre un buon progetto in prospettiva del futuro.
Per costruire una casa si parte dalle fondamenta, cioè dalla base solida che dà tranquillità e non dal tetto.
Le domande fondamentali
Ritengo sia fondamentale che ognuno di noi si ponga queste precise domande:
- Ho pensato prima ai miei bisogni e a quelli della mia famiglia oppure prima alle soluzioni?
- Quali sono i rischi tangibili e quali quelli invisibili?
- Sono consapevole a quanto ammonta la pensione di reversibilità in favore di moglie e figli in caso di premorienza? Sarà sufficiente per il loro mantenimento?
- Se a causa di un infortunio o di una malattia non posso più svolgere la mia attività lavorativa e sono dichiarato inabile al 100%, a quanto ammonta la mia pensione di inabilità?
- Se a causa di un infortunio o di una malattia, mi viene accertata una invalidità permanente compresa tra il 66% e il 99%, a quanto ammonta la pensione di invalidità? E se la percentuale di invalidità fosse inferiore al 66%, percepisco una pensione?
Queste sono le domande che ognuno di noi dovrebbe puntualmente porsi.
Non riguardano solamente Domenico l’artigiano, ma anche l’imprenditore che ha a cuore la sua azienda, oppure il bravo professionista come il commercialista, l’avvocato, il geometra, il farmacista, il medico, l’architetto, l’ingegnere, il notaio, ecc.
Domenico ha scoperto a 40 anni, e a sue spese, che a causa di quell’incidente, ora ha una pensione di inabilità di 700 euro mensili e il suo conto in banca è quasi a zero.
Potrei raccontarti anche dell’Avvocato Rossi che a 51 anni ha fatto una brutta scoperta. Infatti a causa di una malattia la sua cassa previdenziale, in funzione dei contributi versati, gli garantisce oggi una pensione di invalidità di 8.500 euro l’anno, con un reddito precedente che gli garantiva circa 60.000 euro.
Conclusioni: la speranza non è una strategia
Soffermiamoci per un attimo a guardare tutto ciò che ci è caro nella vita: la famiglia, la casa, le foto delle ultime vacanze.
Poniamoci davanti allo specchio e chiediamoci se la domanda più importante da porre al proprio consulente patrimoniale sia quel fatidico “Quanto mi rende?“, oppure:
“Come posso tutelare me, la mia famiglia e il mio lavoro dagli imprevisti e programmare il futuro?”
Rimandare i problemi nella speranza che non accadano, non è una strategia.
Prevederli in anticipo e trovare le soluzioni migliori per tutelarsi è invece l’unica strategia possibile.
Sono Davide Maso
Esperto di finanza e tutela del patrimonio
Leggi (gratuitamente) il mio libro “Lascia la tua impronta” – Spunti e riflessioni sul passaggio generazionale.